Politica Roccalumera, Roccalumera
Roccalumera. Operazione “Cena Fuori” al via
LA TORRE DI GUARDIA DI ROCCALUMERA. Erroneamente chiamata al giorno d’oggi “Saracena”, sorgeva nella contrada dalla quale, spesso, prese il nome e così fu definita anche “Ficara” o * “Ficarra”, “Palma”, poi “Zia Paola” e anche semplicemente “Torre” nel ventennio fascista.
Nel documento preso in esame, la torre viene citata con il nome di “Sollima”, dalla famiglia nobile messinese che si insediò nella Marina di Pagliara e sul finire del XV secolo la costruì insieme al palazzo di residenza. In altre fonti appare anche come Torre “Ficarra”, toponimo che potrebbe avere origine dall’arabo “Fakhar” che significa potente, importante. In epoca successiva, fra il ’700 e l’ ’800, nei documenti viene riportata come “Torre ‘Za Paola”, dalla nome della donna che, nelle vicinanze di questa, gestiva una locanda dove i viaggiatori del tempo ristoro o, quando il torrente Pagliara non poteva essere guadato, alloggio per la notte.
Di origine ben più antica la denominazione di “Palma”, di epoca romana, e anche in questo caso la torre prende il nome della località nella quale sorgeva. “Tamaricium et Palmarium” era una stazione di posta citata in diverse fonti antiche, toponimo che sopravvive, con il semplice nome di Palme, fino al tempo della dominazione araba e anche successivamente.
Dopo la definitiva scomparsa della pirateria, la torre perse la sua preminente funzione di difesa e, in epoca successiva al 1830, nel muro vennero aperte delle finestre più ampie – inutili ormai le piccole aperture necessarie alla sola funzione di avvistare e trasmettere segnali – ed una più agevole porta d’ingresso.
Ulteriori modifiche vennero apportate nel 1860, quando venne installato il telegrafo ad asta. Da un documento dell’epoca risulta infatti che, il 28 giugno 1860, da Barcellona alla Zia Paola venne trasportato, per la via montana Barcellona-Castroreale-Mandanici-Roccalumera, un ufficiale di telegrafia.
Roccalumera. Nelle pochissime righe che potete leggere di seguito, “toccherò” pochi ma importanti “angoli” del paese di Roccalumera. Senza alcuna pretesa di “conoscere” tutta la “verità”, ma certamente di tenerla a cuore e presente. Andiamo a fare un giretto… in paese.
Ficara è il mio quartiere, dove sono nato e cresciuto. A pochi metri dalla torre, i miei genitori avevano una piccola macelleria che hanno gestito una vita intera. Oggi, però, abito in via Amerigo Vespucci: a pochi metri dallo svincolo autostradale, fronte mare e fronte torrente Pagliara. Davanti a casa c’è la cosiddetta “piazza parcheggio”.
Cos’è “piazza parcheggio”? è una piazza, non lo so. È un parcheggio? Certamente ha la funzione di parcheggio sin dal progetto e, se non ci fosse questo utile slargo, i problemi già importanti per gli automobilisti residenti e villeggianti aumenterebbero. La “piazza parcheggio” fu progettata ormai decenni fa: fu provvista di panchine in mattoncini e cemento, di impianto di illuminazione e lampioncini ad hoc che, purtroppo via via furono vandalizzati e distrutti. Sprofondato l’asfalto in più punti, (ne individuerei la causa), l’aspetto non è migliorato nonostante le “pezze” messe in opera a più riprese per livellarlo nelle zone a rischio.
Riprogettando questa zona, (come chiaramente annunciato dall’attuale nuovo sindaco arch. Pippo Lombardo), si ridarebbe certamente lustro all’intero quartiere e sarebbe, nel contempo un ottimo biglietto da visita per l’intero paese. Immediatamente, ne beneficeranno le attività commerciali presenti in loco, le quali meglio sfrutterebbero il vantaggio di trovarsi in prossimità dello svincolo autostradale, storica risorsa di Roccalumera.
Non dimentichiamo inoltre che, poco più a monte, oltre a situarsi il depuratore consortile, (il tanto discusso depuratore, argomento “caldo” in ottica turismo), esiste una ZONA denominata “artigianale”, la quale nasceva oltre di un decennio fa, proprio per sviluppare le potenzialità delle ditte locali e quindi incrementarne l’occupazione lavorativa.
Fra i tanti lavori necessari per una crescita globale, vorrei infine ricordare un sito che rappresenta forse più di ogni altro le nostre radici, i nostri affetti, i nostri cari, il cimitero di Roccalumera che da anni necessita di un importante intervento al suo interno, nella zona vecchia. A riguardo invece della viabilità per raggiungerlo, sin dalla tortuosa strada di accesso, urge di adeguata riasfaltatura nella (tremenda) parte bassa e di indispensabili guard-rail lungo tutto il percorso: che dire poi della continua frana di sabbia dalla collina? Codesta, provoca ulteriore pericolo per chi transita. Non è da dimenticare il muro che costeggia i parcheggi del cimitero: soprattutto la parte confinante la ripida discesa che porta alla zona nuova: questo muro, – a mio modesto avviso – evidenzia urgente restauro strutturale. Correggetemi se mi sbaglio.
Concludendo, per brevità vorrei parlare di TALENTO. Come per un grande poeta (come Salvatore Quasimodo), o un imprenditore di successo, per Roccalumera, incastonato (e capace di interazione financo con le vicine Savoca, Forza d’Agrò, Taormina e non solo) nella ridente riviera jonica, il “talento” rappresenta un insieme di grandi e piccole potenzialità insite nel nostro DNA da mettere in rete. Queste potenzialità, però, se non trovassero i gisti ed efficaci canali di divulgazione… rimarrebbero ancora una volta un fattore molto circoscritto e quindi come se inesistenti al mercato globale. Ogni sforzo congiunto fra amministratori e attività ed associazioni, deve essere proteso a costituire un brand, una “immagine” forte, che tragga credibilità anche e soprattutto dalla storia antica del paese, dall’artigianato locale e, non ultimi dai percorsi turistici-enogastronomici e “corridoi” mare-collina.
Bastian Contrario
Invia un Commento