Motori, Sport
Tonino Tognana a 40 anni dal Titolo italiano rally su Ferrari 308
Tonino Tognana, pilota di rally. Nasce a Treviso nel maggio del 1955, quinta generazione di una famiglia di industriali che dal settore dei laterizi ha poi diversificato nel 1946, grazie al padre, nel mondo della ceramica e porcellana da tavola. Stante la sua passione per le auto da corsa, fa apprendistato con Opel ma poi si dimostra assai competitivo su Fiat 131 Abarth, Ferrari e Lancia. Porta in gara 31 diverse vetture nella sua carriera agonistica, e vincerà per ben 10 volte al debutto su auto nuove.
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Tognana, lei è l’unico pilota ad aver pilotato, nei rally, una vettura del Cavallino Rampante alla vittoria di campionato, nel 1982. Sono trascorsi 40 anni.
È l’unica storia della Ferrari nei rally ad aver vinto un campionato contro le Lancia, le Opel, le Audi, le Porsche e tutte le Case ufficiali dell’epoca. Sono stato il primo pilota ad aver vinto con la 037, ad aver conseguito la prima vittoria della Lancia con la 037, perché le ultime due corse di quell’anno Fiorio fece in modo di farmele correre non più con la Ferrari (la 308 GTB), ma con la Lancia Rally 037.
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Il sogno Ferrari (con la 308 GTB, in coppia con Max De Antoni), si concretizzò con il Campionato italiano Rally. Ce ne vuole parlare?
Le dico che era una macchina straordinaria, che era stata sviluppata da Michelotto e già messa a punto l’anno precedente da Jean-Claude Andruet, che aveva vinto anche la Targa Florio nel 1981 e che nell’82 arrivò secondo dietro a me. Quindi, Ferrari primo e secondo posto. Fu una cosa sensazionale per l’epoca e anche per la Targa Florio, perché i siciliani devo dire amano in particolar modo la Ferrari. Poi, nell’82 i regolamenti cambiarono e il gruppo Fiat puntò sulla nuova Lancia Rally.
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Lancia, un passaggio obbligato o faceva parte delle sue ambizioni di pilota?
Lì, praticamente io stavo vincendo il campionato italiano battendo anche tutti i piloti ufficiali della Lancia che all’epoca correva con Alen, Vudafieri, Bettega, Zanussi, Tabaton ecc. Fra l’atro, la 037, che era stata sviluppata come erede della Stratos, non aveva vinto ancora una gara perché io con la Ferrari la battevo quindi, quando mancavano due gare alla fine del campionato, Fiorio pensò bene di costringere Angiolini del Jolly Club a vendere la Ferrari e a togliermi dal sedile della 308 per farmi sedere sul sedile della Lancia 037.
In questa maniera, se io avessi vinto, come di fatto poi feci, avrebbe vinto la Lancia, se avessi perso avrebbero cercato in tutte le maniere di far vincere un’altra Lancia, quella di Tabaton, che era il pretendente al titolo insieme a Biasion su Opel. A quel punto, Fiorio che era un gran stratega prese questa decisione e io, che avevo un contratto col Jolly Club, volente o nolente dovetti corre con la 037. Vincemmo subito al debutto al rally di San Marino, con quella vittoria e poi col terzo posto al Valle d’Aosta, ci aggiudicammo il campionato italiano. Anche se di fatto, poi il campionato lo vinsi con de Antoni e con dieci gare corse su Ferrari e solo due – alla fine – su Lancia.
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Fiat 131 Abarth, Ferrari 308 e Lancia Rally, vetture che hanno segnato un’epoca: tecnicamente le potrebbe descrivere?
Tecnicamente e dal punto di vista della guida dico questo: la 131 Abarth è stata la macchina probabilmente più divertente da guidare, perché aveva una bella guida in posizione eretta, una magnifica visibilità, andava molto forte in discesa, con il motore anteriore e dei gommoni che erano gli stessi che usavamo sulla Stratos e sulla 308, quindi era una macchina che pur non avendo tanti cavalli se la giocava molto bene all’epoca anche con le Stratos ecc. Poi, la più prestigiosa e quella che aveva più diciamo fascino, un po’ per la potenza un po’ per il magnifico rumore, era sicuramente la 308 Ferrari, mentre la più facile da guidare, era proprio una “bicicletta”, era la Lancia Rally 037.
Anche perché, mentre la Ferrari era stata adattata ai rally, la Lancia 037 era stata costruita appositamente: quindi, aveva sospensioni a corsa lunga ed era una macchina che era stata studiata per poter intervenire in gara facilmente, cambiare tutti gli organi meccanici in poco tempo alle assistenze, cosa che era impossibile con la Ferrari. Con la 308 mi è capitato di ritirarmi ben tre volte per delle banali rotture: due volte del differenziale e una volta del cambio e in gara era impossibile sostituirli.
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La leggenda racconta che i tedeschi (dell’Audi), pensavano che la Lancia Rally in realtà avesse una presa di forza sulle ruote anteriori. Risulta a verità?
Si, non potevano accettare che la 037 andasse così forte anche sugli sterrati, per cui pensavano che in qualche maniera ci fosse un trucco e che la macchina potesse essere anche lei a quattro ruote motrici. In realtà, la 037 era stata ben studiata e fu l’ultima due ruote motrici che si aggiudicò nella storia il Campionato del mondo dei rally.
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Lei si ritirò dalle corse molto giovane: perché questa decisione?
Lo feci perché avevo, ho quattro sorelle, avevo un padre che mi sembrava già anziano allora e quindi mi sentivo in dovere di affiancarlo nel seguire l’attività di famiglia e lasciare le corse. Così dissi anche all’Ingegner Ferrari quando mi convocò, dopo che aveva letto un articolo proprio di Cavicchi su Autosprint dove il titolo diceva “vinco e mi ritiro” e lui mi disse: “veda Tognana, se io avessi seguito i consigli di mia madre, sarei stato un bravo bancario ma non sarei mai stato Enzo Ferrari”. Io gli dissi: Ingegnere, mi dispiace ma io non ho mai pensato che avrei fatto il pilota professionista. Ebbi comunque la fortuna di ritirarmi da Campione italiano in carica.
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Ci ha parlato della Targa Florio. Qual è il suo legame con la Sicilia?
Nino Vaccarella, che ha corso tanto, fu il campionissimo e anche lui pilota ufficiale della Ferrari, poi corse per l’Alfa Romeo, corse anche per la Porsche, ed è stato inoltre un amico. Lo conobbi venendo giù a correre in Targa Florio e poi rimanemmo sempre in amicizia, ma la più grande amicizia che ancora conservo è quella con Ciccio di Cefalù, il calzolaio dei campioni, il quale pensi, dal 1982 regolarmente tutti i santi Natale mi manda una cassa di arance di Sicilia e tutte le Pasque mi manda una cassa di carciofi di Cerda. Quindi, sono passati quarant’anni e io mi pregio della sua amicizia e soprattutto della sua signorilità. Adesso, non è stato molto bene negli ultimi sei mesi, ma gli auguro lunga lunghissima vita.
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Chi è Tonino Tognana oggi, fra e impresa e Rally Legend?
Beh! Quest’anno festeggeremo al Rally Legend i quarant’anni del campionato vinto ed i 40 anni della prima vittoria della 037 e sarò presente con la Ferrari 308 GTB gr. 4, proprio l’originale con cui vincemmo quarant’anni fa. Quindi, ci divertiremo, festeggeremo tutti assieme con gli organizzatori e molti altri piloti dell’epoca, miei colleghi: Röhrl, Alen, Biasion, Tabaton, Pregliasco, Ormezzano, Noberasco, Cinotto … tutti saranno presenti e sarà una bella festa.
GIOVANNI BONARRIGO – Mail: info@fogliodisicilia.it
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