Santa Teresa di Riva. Quando un traguardo non è che l’inizio

Carmelo Saglimbeni. Intervistato dopo un trionfo della Jonica

Santa Teresa di Riva (Messina) – Le realtà imprenditoriali del territorio jonico sono sotto gli occhi di tutti. Ma c’è di più: al momento, anche chi non è appassionato dello sport nazionale, è facile che conosca la realtà della Jonica calcio, una squadra che ha scalato le classifiche ed oggi “combatte” con onore in Eccellenza. Questa squadra ha un “papà” che si chiama Carmelo Saglimbeni. L’imprenditore santateresino di origini casalvetine è oggi in pensione, ma se si parla di uomini che a Messina e provincia si sono fatti da soli si legge Scevacar, si legge orgoglio, tanto lavoro e molta determinazione. E ce ne vuole di determinazione in un momento di lunga crisi come quella che si è abbattuta in questi ultimi decenni su tutta la Sicilia del lavoro.

Quando Saglimbeni iniziò l’avventura-Calcio non aveva nessuna idea di cosa fosse, – è lui stesso ad ammetterlo -, ma si è fatto una cultura sul… campo. Ha ragionato di notte, (come ha sempre fatto per tutte le sue sfide) e, testardo com’è, ha agito (con successo) il giorno dopo. Non è bastato l’innato istinto, però. Gli altri non stanno a guardare, ad applaudire. Reagiscono ed anche con altrettanta forza.

Dicevamo che Carmelo si è fatto da solo, infatti ha iniziato giovanissimo facendo il meccanico in una piccola officina, poi con poche auto ed un soppalco ha iniziato a commerciare automobili. Un visionario, dove “visionario” sta per uno che vede oltre il presente. Lui ha appreso e compreso come poter raggiungere determinati obiettivi non solo in concessionaria ma in tante altre realtà. Se pensiamo agli anni ’80, al periodo d’oro della Lancia, alle vendite boom grazie ai successi nei ralli del Mondiale, ecco che nell’oscuro paese del messinese ha brillato una Stella che ha raggiunto e conosciuto Gianni Agnelli. Il grande Avvocato, patron della Fiat.

Scevacar nasceva nel già lontano 1974. Fatti due conti sulle dita, sono cinquant’anni esatti, quest’anno. Una storia, quella di patron Saglimbeni, che meriterebbe un libro: almeno uno, che solo lui potrebbe scrivere o dettare e così tramandare ai posteri. Forse lo sta già facendo. Sicuramente racconterebbe così i trionfi ma anche le cadute, le esperienze straordinarie e gli errori commessi in carriera. Racconterebbe agli stessi giovani che abbraccia – talvolta con le lacrime agli occhi – nel calcio, o che lo seguono negli stadi, come nulla nasce per caso o all’improvviso. Certo ci vuole quel senso di “apprendimento immediato” che solo poche persone possiedono. Quella lungimiranza che ti fa cogliere l’attimo e scegliere l’elemento giusto al momento giusto. Si ingrugni chi vuole. Quella “lampadina” costantemente accesa, che ti fa cogliere l’opportunità di slancio.

I cinquant’anni di Scevacar, dicevamo, non vi racconteranno la Storia della Lancia, dell’Alfa Romeo, di Mercedes, ecc. ecc. Né di motori, di design, del marketing internazionale e di intelligenza artificiale, ma degli effetti pratici e concreti prodotti in loco, tradotti in costi, in profitti, in successi, attraverso scelte coraggiose dettate dal continuo “stare sul pezzo”, mentre anche un solo passo falso ti può far precipitare nel baratro del fallimento. Quanti, hanno chiuso i battenti in questi anni.

Ebbene, queste poche righe, non hanno la pretesa né di innalzare né di minimizzare un Capitolo che però in certo qual modo appartiene alla Sicilia tutta e non solo alla provincia di Messina. Vari sarebbero infatti i personaggi-imprenditori, taluno coinvolto anche nella politica contemporanea, che hanno saputo “guardare oltre” sin da giovanissimi. Studiando e/o ragionando, hanno saputo poi organizzare attorno a sé, un team coeso e validissimo, tanto da affrontare, oltre che la bonaccia il mare più in tempesta. A questi personaggi, non può non andare un plauso dalla collettività.