Spiritualità
C’E’ UN EFFETTO FRANCESCO NELLA CHIESA? (parte prima)
“C’è un effetto Francesco?” nella Chiesa? Se lo hanno chiesto in tanti dopo un anno di pontificato di Papa Francesco, tra questi, anche il professore sociologo Massimo Introvigne, nel testo, “Il segreto di Papa Francesco”, pubblicato, l’anno scorso da Sugarcoedizioni di Milano. Sembra che molti soprattutto “lontani”, commossi dai tanti appelli di papa Francesco alla misericordia divina, sono tornati in chiesa e si sono confessati. Introvigne da sociologo ha operato una indagine, detta “a cascata”, passando da gruppo a gruppo, attraverso face book e twitter, rivolgendosi a sacerdoti e religiosi presenti in una serie di gruppi e ambiti qualificati.
Tuttavia il professore tiene a precisare che si è rivolto, non solo agli amici, che sono circa cinquemila, il massimo consentito da facebook, ma anche ai lettori della Nuova Bussola quotidiana e di Avvenire, agli ascoltatori di Radio Maria, a persone interessate a notizie su associazioni e movimenti cattolici. “La ricerca si è chiusa automaticamente – scrive Introvigne nell’introduzione – al ricevimento della duecentesima risposta data da un sacerdote o religioso, un campione – considerata la tecnica usata – rappresentativo e sufficiente”.
Senza star qui a riportare le percentuali precise del libro, si può sostenere che gli appelli, i discorsi di Papa Francesco, hanno riavvicinato alla pratica religiosa un consistente numero di persone, in particolare alle confessioni. Questo lo hanno notato non solo i religiosi, ma anche i laici cattolici, un campione di oltre cinquecento persone.
Inoltre nel riavvicinamento alla Chiesa di molte persone, sembra che non ci sia solo l’effetto Francesco, ma anche “l’effetto Ratzinger”: molti affermano spontaneamente di essere stati commossi e scossi anche dalla rinuncia di Benedetto XVI”. A questo punto Introvigne fa una interessante riflessione che dovrebbe soprattutto interessare i preti. Questo nuovo fervore religioso, potrebbe trattarsi di un’effervescenza religiosa, come la chiamano i sociologi, che magari dura fino a un certo punto. Comunque sia per Introvigne tutto dipende “da come coloro che tornano alla Chiesa incuriositi o commossi da Francesco saranno accolti da un clero e da fedeli capaci di farli passare, con un’adeguata catechesi, dal mezzo al messaggio, dall’immagine del Papa venuto dalla fine del mondo a quanto realmente il Pontefice trasmette e insegna”.
Il testo di Introvigne si mette al servizio di questa possibile catechesi. “Il segreto di Papa Francesco”, non è la biografia del papa argentino, ma piuttosto vuole mettere in luce l’insegnamento del suo Magistero. Sta proprio qui, “il segreto di Papa Francesco, la spiegazione ultima della sua capacità di commuovere e convertire”. Introvigne insiste, “non lasciamoci abbacinare dai media: certi gesti, certi stili possono incuriosire e anche scuotere, ma non hanno mai convertito nessuno”. Pertanto il professore torinese, come ha sempre fatto, anche con Papa Benedetto XVI, prende in esame i discorsi e i documenti del Papa, naturalmente non tutti, fa una scelta forzata, li legge e poi con grande accortezza li sintetizza per il lettore. Lo fa quasi ogni giorno pubblicando i suoi interventi sul giornale online, LaNuovaBussolaquotidiana.it. Introvigne tiene a precisare che nel suo criterio di presentare i testi di Papa Francesco “non, intende eliminare le ripetizioni. In effetti la ripetizione – scrive Introvigne – per Papa Francesco non è una svista, ma una strategia”. Tra le ripetizioni Introvigne ne elenca alcune come la denuncia dell’autoreferenzialità, l’invito a uscire e a raggiungere le ‘periferie esistenziali’, la critica della mondanità spirituale e del carrierismo nella Chiesa, l’amore per i poveri che comprende sia i diseredati materiali sia chi, magari ricco di beni, patisce forme di povertà spirituale. Papa Francesco quasi con un ritmo martellante ribadisce questi concetti nei suoi discorsi che diventano un programma del Papa nella Chiesa e per la Chiesa.
Lo storico Alberto Melloni ha osato scrivere che con Papa Francesco è finito l’insegnamento magisteriale, il Papa non insegna più, ma predica. Ecco il professore Introvigne invece con questo libro intende dimostrare che c’è un autentico Magistero di Papa Francesco, e questo emerge dai suoi scritti e discorsi quotidiani. Salto i primi due capitoli relativi a certe polemiche “politiche”, che ha visto impegnato il Papa quando era cardinale a Buenos Aires e mi soffermo sul 3°: “Dai Gauchos a Babette. Il segreto del cardinale Bergoglio”. Qui Introvigne fa riferimento ad alcuni episodi del ministero episcopale argentino di Bergoglio, come la “dura” lettera che l’allora cardinale Bergoglio scrisse il 22 giugno 2010, poco prima della decisione del Senato argentino di approvare il matrimonio e le adozioni omosessuali, alle suore dei quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires. “Non siamo ingenui – scrisse Bergoglio – questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una ‘mossa del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio”.
Bergoglio per le sue posizioni in materia di vita e famiglia, è stato duramente attaccato, dalla radicale presidentessa argentina, Cristina Kirchner. Tuttavia se vogliamo capire il “cuore” delle riflessioni dell’allora cardinale Bergoglio, per Introvigne, dobbiamo fare riferimento al poema epico nazionale argentino Martin Fierro. E al film danese del 1987 del regista Gabriel Axel, “Il pranzo di Babette”, tratto da un romanzo omonimo della scrittrice, pure danese, Karen Blixen (1885-1962).
Leggendo il poema di Martin Fierro, il futuro Papa, riflette sul “gaucho” della Pampa argentina, “un barbaro nativo”, oggi, invece ci troviamo di fronte a un barbaro di ritorno, a un uomo imbarbarito. E Bergoglio indica due tipi di “inciviltà”, oggi quella che si manifesta è “una seconda forma di incultura”, caratterizzata dall’entusiasmo ‘per leggi antiumane credendole progressiste’ e dal ‘suicidio sociale’ della denatalità. Guardando all’ultimo secolo, “la storia ci appare come un disastro, un disastro morale, un caos”. Ci troviamo di fronte a “eremiti localisti in un mondo globale”, e a, “decerebrati e mimetici passeggeri del furgone di coda, seduti ad ammirare i fuochi di artificio(degli altri) con la bocca spalancata e l’applauso programmato”.
Per il futuro papa siamo al“regresso antropologico” in particolare nell’ideologia di genere e nei tentativi di assimilare le unioni omosessuali al matrimonio. Pertanto oggi, si tratta di civilizzare i nuovi barbari, certamente, un’impresa più difficile rispetto a quella del V° secolo d. C. o dell’Argentina dell’Ottocento con i gauchos, attraverso gli stessi strumenti: “casa, escuela, Iglesia y derechos”. Come fare? Lo vedremo la prossima volta.
Rozzano MI, 24 febbraio 2014 S. Sergio, martire.
DOMENICO BONVEGNA
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