Spiritualità
Gli Amici veri, sono quelli “CONCRETI”
Mio padre a scuola, mi ricorda ogni tanto, non era per niente bravo… mi racconta spesso che: un giorno, la maestra (che udite, udite, molti anni dopo divenne la mia in prima elementare…), tentò di prenderlo per le orecchie. Lui scappò: saltò sui banchi e uscì di slancio dalla finestra. La classe era al piano terra…
Ebbene, riguardo agli insegnamenti della scuola, c’è un concetto che mio padre riuscì a comprendere, nonostante a scuola non fosse un granchè: la differenza fra “concreto” ed “astratto”
Approfondiamo il concetto: “In grammatica, nomi concreti si riferiscono a entità che possiamo percepire con i cinque sensi (vedere, toccare, sentire, gustare, odorare), mentre i nomi astratti si riferiscono a concetti, idee, emozioni o qualità che non sono direttamente percepibili dai sensi, ma che possiamo pensare“.
Il Figliol prodigo (olio su tela 50 x 70) – Mi permettete di fare una (discutibile) digressione tutta personale?
Quando un Cristiano praticante si trova costantemente a pregare all’interno di un Gruppo di Rinnovamento nello Spirito, ha certamente un percorso da seguire per migliorarsi e migliorare il suo rapporto con i “fratelli” ma nel contempo… è chiamato a compiere delle “azioni concrete”. Concrete, non astratte.
La società moderna, ancorchè sviluppata verso una “nevroisi” dell’apparire… sta, sempre più – a mio modesto avviso – allontanandosi dai veri dettami delle Sacre Scritture.
È infatti facile che, fino a qualche annetto fa, la “sorellina” di turno… mi fermasse per strada per dirmi: “per favore, puoi dire a tuo padre di pregare per me?”
Siamo all’egoismo, direi io. Ma c’è di peggio:
mettiamo che lo scrivente sia un “aitante ragazzo di bell’aspetto”… sarei invitato dalle belle fanciulle, laiche di rinnovamento e non solo? Credo proprio di si. E non solo in quelle sedi… quindi: pizzeria, ristoranti e perchè no, incontri galanti e rapporti… “molto intimi”.
Adesso mettiamo che io sia un “ottuagenario” termine obsoleto per definire un ultraottantenne… un vecchio, insomma.
Un “concreto” coinvolgimento del suddetto anziano, sarebbe perlomeno una telefonata dai cento o, duecento o mille “fratelli e sorelline” che nei lunghi anni di RnS, hanno toccato con mano veri piccoli “miracoli”, seguendo un grande sacerdote ex missionario in India…
OGGI: Cosa fanno sti ipotetici “fratellini e sorelline”? Una visita, una preghiera a domicilio dell’anziano malato e solo???… sarebbe il minimo.
INVECE, concludendo: rimaniamo sull'”astratto”… ci “battiamo il petto a messa”, lo facciamo per “conto nostro” per chiedere a Gesù una grazia per noi… e “cu javi bisognu i Diu, mi su preja” (chi ha bisogno di Dio che se lo preghi).
NB. Questa è la riflessione di un laico. Senza alcuna pretesa di essere nel giusto
Invia un Commento