Bastian Contrario
Di Tommaso (ri)sindaco? Lo acclama la gente, ma…
Nizza di Sicilia. Nel lato nord il marchesato di Roccalumera comprendeva anche la parte di territorio che in seguito al R.D. 18 dicembre 1849 n. 1405 formò il nuovo Comune di San Ferdinando, denominato successivamente Nizza di Sicilia.
Dagli inizi del 1600 e fino alla caduta del feudalesimo in Sicilia, Nizza fece parte, appunto, del marchesato e, anzi, ne fu la parte più imperante: Giovanni La Rocca vi costruì il castello, la torre e la chiesa (cioè il centro politico, amministrativo e religioso), dopo aver comprato nel 1606, per la somma di 9.250 ducati, le miniere e le vene di allume site in territorio di Fiumedinisi e dopo aver ottenuto, nel 1608, anche la facoltà di popolare e, quindi, di istituirvi l’università con la denominazione, appunto, di Universitas Roccae Alumariae. La nascita dei Comuni voluta con la legge 1° maggio 1816 non modificò il territorio dell’ormai ex marchesato, perchè Nizza continuò a far parte della Nuova Comune di Roccalumera.
Trentatrè anni dopo, con Regio Decreto 18 dicembre 1849 n. 1405 Nizza ha acquistato una sua autonoma fisionomia amministrativa. Infatti, l’articolo 1 stabiliva che a partire dal 1° gennaio 1851 i quartieri di Roccalumera e di Fiumedinisi sarebbero stati separati dall’amministrazione dei rispettivi Comuni, assumendo il nome di San Ferdinando.
Traggo queste righe da un mio vecchio articolo, (tratto dal libro “Roccalumera un paese da vivere, la memoria recuperata” (1997) di Alfio Seminara, a sua volta realizzato attingendo a documenti storici di proprietà del Prof. Angelo Cascio), che testimonia come Nizza di Sicilia abbia una storia antica quanto illustre e collegata alla limitrofa Roccalumera. Balzare dal quindicesimo secolo fino a raccontare la pur lunga e straordinaria storia del dott. Giuseppe Di Tommaso, appare sicuramente come discutere di modernità e contemporaneità.
Il dottore Di Tommaso, rimarrà per sempre una figura carismatica non solo nella sua Nizza ma perlomeno nell’intero comprensorio jonico. È considerato un (laico) padre carismatico, ancor più che per aver svolto per lunghissimi anni il ruolo di sindaco della sua cittadina, (la prima volta a 33 anni), per essere stato un medico di grande umanità oltre che competenza professionale. Sempre disponibile, giorno e notte. Ebbi il piacere di intervistarlo per un giornale locale (ora non più esistente), nel già lontano 2008. Potete leggere l’articolo sul mio blog di allora.
Peppe Di Tommaso, fa bene a tornare in campo? Come tutti sanno, in questi mesi è stato fermato da numerosi suoi concittadini per strada, proprio allo scopo di richiamarlo “alle armi” di primo cittadino di Nizza. Ma ciò invita anche a pensare: quali sono stati i punti di forza delle amministrazioni Di Tommaso, quali le difficoltà, quali le pecche di chi lo ha sostituito nell’attuale amministrazione nizzarda.
Su tutte queste domande non voglio entrare nel merito, solo una cosa mi permetto di dire: Nizza appare oggi una comunità frammentata al proprio interno, talmente da esserlo nell’attuale maggioranza quanto nella minoranza. E non sono io a dirlo ma i fatti e le persone.
Nizza, che pure nell’attuale sindaco Avv. Pietro Briguglio ha anche ottenuto dei risultati evidenti, paga sicuramente lo scotto di non essersi saputa conquistare quel “vessillo” già conseguito da Santa Teresa di Riva, Alì Terme e Roccalumera, (in ordine di tempo). Anche se l’avesse fatto, permarrebbero quelle “fratture scomposte” che solo un… medico (perdonate la battuta) può sanare.
Ma Di Tommaso è anziano. In formissima ma il più anziano in assoluto per tale ruolo, se non vado errato ha 77 anni di età. A settantotto (ri)diventerebbe sindaco, per sostenere tale pesante responsabilità sino ad ottantatre primavere. Mi ricorda tanto Sergio Mattarella.
Ma davvero è incapace la comunità di Nizza di Sicilia di “partorire” un giovane come lo fu il dott. di Tommaso a 33 anni, talmente solido e brillante, talmente pieno di iniziative da far guardare al futuro, non dei prossimi cinque ma dei prossimi quindici anni almeno?
È vero che, il mondo intero sta attraversando un momento storico di grande sofferenza, oserei dire morte e paura. È altrettanto vero che, se pandemia e guerra in atto in Ucraina non raderanno al suolo il pianeta, in qualche modo dovranno essere i giovani, domani, a ricostruire dalle macerie. Consigliati dagli anziani certo, supportati se necessario da essi, ma in quanto giovani protesi verso obiettivi inimmaginabili se solo si voglia tenere il passo di quella “sfida” chiamata Italia, chiamata Europa, chiamata nuove generazioni.
Un saluto alla comunità Nizzarda, all’amico Peppe Di Tommaso, alla minoranza e perché no alla Sicilia tutta.
Bastian contrario
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