Bastian Contrario, Motori
L’occidente rischia l’invasione (elettrica) cinese
Il grande Paese asiatico vuole imporsi sui mercati occidentali con milioni di automobili, soprattutto elettriche. Un’invasione? Non ancora, ma segnali di un forte interesse all’export ci sono. Grazie anche al know-how degli ingegneri locali, già molto alto, e al semimonopolio dei giacimenti delle materie prime
Come può reagire l’industria europea? “Saranno determinanti le scelte strategiche che l’Europa farà per l’industria in generale e per il settore manifatturiero in particolare – ad affermarlo è Marco Bonometti, presidente della Confindustria Lombardia, che prosegue – ci vuole un progetto europeo, così come ha fatto il governo cinese, a sostegno e sviluppo della propria industria. Vanno valorizzate le nostre eccellenze e le nostre competenze, creando autentiche condizioni di competitività globale. Il confronto non è più fra singoli Stati ma fra continenti. Saranno importanti i rapporti bilaterali, per equilibrare gli interscambi commerciali”.
44 milioni di tonnellate di terre rare. La Cina, che detiene un terzo delle riserve mondiali dei 17 elementi riuniti nella definizione “terre rare”, è praticamente l’unico fornitore dell’Unione Europea di questi metalli. Cinese è anche il monopolio della produzione di magneti in terre rare.
Giorni fa, un esperto mi informava che “tutti i matalli rari sono nelle mani dei cinesi”. Quali sono questi metalli? Se volessimo fare la graduatoria dei 10 metalli più rari al mondo, il più raro è l’iridio (12 volte più raro dell’oro), che ha prezzi modesti ed impieghi assai ristretti; al secondo posto il rodio (10 volte più raro dell’oro), la produzione mondiale raggiunge a malapena le 7 tonnellate all’anno; terzo il tellurio, che allo stato fuso è in grado di corrodere metalli quali il rame, il ferro e anche l’acciaio inossidabile; quarto il rutenio, presente in commercio in quantità assai ridotte e i suoi prezzi sono particolarmente elevati (attualmente circa 60 dollari per oncia); quinto l’osmio, appartiene al gruppo del platino e il suo tetrossido viene utilizzato per il rilievo delle impronte digitali. È il metallo più pesante in natura. Il renio, non esiste in natura allo stato libero e nemmeno nei minerali più comuni. L’unica possibilità è di ottenerlo dal perennato di ammonio; solo settimo è l’oro. Naturalmente, anche l’oro è tra i metalli più rari del mondo, è distribuito un po’ su tutta la crosta terrestre, con una concentrazione media di 0,03 parti per milione, corrispondenti a 0,03 grammi per tonnellata. A completare la top ten sono: platino, palladio e bismuto. Quest’ultimo, è usato soprattutto nel settore farmaceutico e per la preparazione di leghe a basso punto di fusione come, per esempio, quelle per i fusibili.
Se lo strapotere della taiwanese Tsmc in materia di wafer di silicio era ignoto ai più, da anni l’Unione europea è consapevole del controllo della Cina su un numero impressionante di materie prime, indispensabili per la produzione di veicoli in genere, e soprattutto, quelli protagonisti della transizione verso la neutralità carbonica.
Potrei continuare a lungo, ma chiudendo questa riflessione vorrei ricordare a me stesso che, l’industria del “Dragone” pur non avendo alle spalle nessuna storia automobilistica come invece quella centenaria e gloriosa d’Europa, grazie ad un costo bassissimo della manodopera ed al monopolio di cui sopra, (grazie anche alla collaborazione di imprenditori e importatori europei), può invadere l’intero occidente.
Ebbene: nel passato, la qualità cinese delle autovetture nulla aveva a che fare con quella europea ma, già fra le ibride, ha dimostrato che alcuni fra i propri modelli abbiano ben poco da invidiare alle più blasonate concorrenti occidentali.
GIOVANNI BONARRIGO – Mail: info@fogliodisicilia.it
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