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Rai ‘Storie Italiane’: “mafia dentro le Istituzioni locali”. Messina-De Luca: adiremo le vie legali e dinanzi la Commissione di Vigilanza Rai
A parlare è il sindaco di Messina Cateno De Luca. Il tema che ha fatto il giro del mondo attraverso web e televisione nei giorni scorsi, è ancora il presunto funerale – in realtà si sarebbe trattato di un trasferimento della bara dall’abitazione al cimitero – viene nuovamente tirato in ballo da una trasmissione Rai. De Luca aveva già minacciato la querela ai vertici Rai ma aveva dato loro modo di smentire quanto “erroneamente dichiarato”. Con la trasmissione televisiva ‘Storie Italiane’, invece, la questione viene ulteriormente caricata di mafiosità. Un’azione, al dire del primo cittadino di Messina, atta artatamente ad infangare il buon nome dell’amministrazione governata da De Luca.
Messina, 19/04/2020: “Abbiamo appreso solo oggi, che durante la trasmissione di Rai uno Storie Italiane andata in onda lo scorso venerdì 17 Aprile, dopo un primo spazio informativo gestito dalla conduttrice Eleonora Daniele con notizie false e tendenziose su un presunto corteo funebre di Rosario Sparacio, fratello del boss Luigi, c’è stato un ulteriore intervento fuori studio, di cui non eravamo a conoscenza, con dichiarazioni ancora più infamanti e deliranti contro la città di Messina le sue Istituzioni. In questo secondo spazio, anche la giornalista Monica Leofreddi, nelle vesti di opinionista in collegamento da Roma, ritornando a parlare di quanto accaduto a Messina, riferisce di un funerale con 270 persone, al quale nessuno si è opposto per paura della mafia, attaccando direttamente le Istituzioni locali, che a suo avviso non hanno impedito l’assembramento, dimostrando che ‘la mafia è purtroppo ramificata nelle istituzioni. Siamo dinanzi a una vera e propria macchina del fango: prima si costruisce la notizia falsa e poi si sfrutta per lanciare l’accusa dei mancati controlli e dimostrare in questo modo che le Istituzioni e Messina sarebbero corrotte dalla mafia e dalla malavita”. A riferirlo è il Sindaco di Messina, Cateno De Luca.
“Non posso accettare una simile e reiterata offesa – continua il Primo cittadino. Non ci sto perché qui è in gioco l’onore e la rispettabilità di una città intera e delle sue Istituzioni che, oltre dal Sindaco, sono rappresentate anche dal Questore e dal Prefetto. A questo punto ogni trattativa con i vertici Rai, iniziata dopo le loro scuse alla città, è interrotta. Non chiediamo spazi di notorietà, per noi la dignità della nostra comunità è più importante e presenteremo querela contro la trasmissione e le giornaliste coinvolte. Chiederemo l’intervento dell’Ordine dei giornalisti e della Commissione di Vigilanza della Rai a tutela dell’immagine della città ”.
“Ormai è evidente l’intento di screditare la città – conclude il Sindaco peloritano – l’Amministrazione De Luca e le altre istituzioni messinesi deputate ai controlli. La Leofreddi in totale autonomia sentenzia che la mafia a Messina è radicata nelle istituzioni e la conduttrice non si dissocia? Si tratta di un’altra pistolettata di Stato, l’ennesima da parte della tv pubblica, che da settimane opera con servizi di disinformazione, non rispettando le regole deontologiche. Con tale intervento fuori studio, di cui non conoscevamo l’esistenza, Monica Leofreddi è riuscita a superare in quanto a falsità quanto confezionato nel servizio della collega che parla di 270 persone stipate attorno la bara del mafioso. Come già detto più volte, la mafia fa schifo a me e sono sicuro anche alle altre istituzioni di Messina, così come fa schifo l’informazione di Stato distorta. Dopo la nostra prima nota nella quale esternavamo il nostro dissenso per quanto accaduto, annunciando querela, i vertici Rai hanno chiamato per chiarire che ci sarebbero state le pubbliche scuse della conduttrice, con un servizio riparatore. Avendo visto questa ulteriore parte della trasmissione, siamo sempre più convinti di procedere per vie legali. Non ci faremo intimidire: vogliamo che la città e le Istituzioni siano rispettate”.
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