Motori, Sport
NIGEL MANSELL: IL “LEONE” D’INGHILTERRA, CAMPIONE DEI DUE MONDI

Race winner Nigel Mansell (GBR) Williams FW14 carries back to the pits fourth place finisher Ayrton Senna (BRA) McLaren, who ran out of fuel on the final lap.
British Grand Prix, Silverstone, England, 14 July 1991.
Nigel, (Upton-upon-Severn, 8 agosto 1953), pochi giorni fa ha festeggiato i suoi 59 anni. Ripercorriamo insieme alcune fasi salienti della esaltante carriera agonistica di “Leone” Nigel Mansell.
Innanzitutto l’ uomo piuttosto che la macchina, innanzitutto il coraggio. Motori turbo con 1500 CV in qualifica. Una maturazione agonistica lenta per il pilota inglese, poi, l’esplosione della grinta che esula il puro calcolo. Mansell ci provava sempre. Se lo ricorderà certamente Nelson Piquet, suo compagno in Williams, se lo ricorderebbe il grande Ayrton Senna. Memorabile il suo “Dallas 1984” dove stramazza al suolo dopo aver battagliato per due ore di gara con una temperatura di 38°. Era sceso dalla Lotus e la stava spingendo al traguardo per… un punto mondiale, che gli verrà assegnato.
Nigel Mansell il pazzo in pista, il fragile nel fuori gara, (subì l’astuta politica di Prost durante la convivenza dei due a Maranello), l’uomo dei ripensamenti, (dopo l’esperienza in Ferrari, dove dichiarò il ritiro, torna ancora in Williams), dove stravinse – sia pur su una Fw14B a sospensioni attive nettamente superiore alla concorrenza – il suo unico titolo mondiale. Mansell che perde un mondiale già vinto (sempre su Williams – 1986) per l’esplosione di un pneumatico. Mansell sempre superlativo nella sua Silverstone ma anche su molte altre piste. Mansell che sfiorò la vittoria a Indianapolis, da rookie. Mansell, che vinse il titolo in IndyCar da rookie, mentre ancora deteneva il titolo di Campione del Mondo di F1. Semplicemente Unico!
Nigel Ernest James Mansell (Upton-upon-Severn, 8 agosto 1953) è un ex pilota automobilistico britannico, soprannominato Leone d’Inghilterra, anche se durante i primi anni di Formula 1, fino al 1985, veniva chiamato “Mansueto” a causa di gare disputate non propriamente entusiasmanti.
Diventò, a ragion veduta, il “Leone” dopo aver mostrato negli anni 1986 e 1987 un temperamento e una grinta in gara eccezionali, tali da annichilire in diverse occasioni il suo compagno di squadra Nelson Piquet, o di guadagnarsi il rispetto di un “duro” come Ayrton Senna nei corpo a corpo che negli anni si scambiavano, essendo entrambi molto competitivi. Proverbiali divennero le sue gare tutte improntante sul coraggio e l’azione, dove la tattica e la strategia non avevano nessuno spazio: per questo egli fu amatissimo dai tifosi ma soventemente bacchettato dai critici. Memorabili furono le sue vittorie a Silverstone nel 1987 dopo un sorpasso con una finta da cineteca su Piquet, o a Hungaroring nel 1989 su Ferrari dopo una furiosa rimonta dal 12mo posto in griglia con spettacolare sorpasso su Senna nel finale, o a Montmelò nel 1991 con un altro sorpasso su Senna durato più di un chilometro sul rettilineo d’arrivo con le macchine che appaiate quasi si sfioravano a più di 300 km/h.
CAMPIONE DEL MONDO F1 NEL 1992
Divenuto campione del mondo di Formula 1 nel 1992 a 39 anni, è il pilota britannico che vanta il maggior numero di vittorie nei Gran Premi (31). Passato nel 1993 alla Formula CART, vinse immediatamente il titolo, diventando l’unico pilota a essere contemporaneamente campione in Formula 1 e in Formula CART. Un’altra sua peculiarità fu quella di correre in Williams con il numero rosso, differente da quello bianco del compagno. L’inglese nel 1992 quando dominò in lungo e in largo la stagione (grazie anche alla fenomenale Williams FW14B), sbaragliando il compagno di squadra (Patrese) e avversari raccogliendo 9 vittorie e 14 pole position su 16 gare dimostrando alla fine di essere un campione forte e sicuro libero da quelle ombre psicologiche che in passato avevano influito sulle sue prestazioni in pista e confermandosi il pilota più vincente, come numero di gran premi, del Regno Unito e sicuramente uno dei piloti più veloci e spettacolari della storia.
Tra IndyCar e Formula 1
La Williams non si dimostrò però molto grata al pilota, scaricandolo proprio alla fine dell’annata trionfale, e preferendogli, per questioni economiche, il francese Alain Prost pupillo della casa automobilistica francese Renault che forniva i motori alla scuderia. Mansell decise così di andare a correre negli USA in Formula IndyCar, nel team di Paul Newman e Carl Haas. Fu anche qui un’annata trionfale, nella quale il “Leone” (il soprannome col quale è affettuosamente conosciuto) ebbe solo la piccola amarezza del 3º posto alla 500 Miglia di Indianapolis, gara che avrebbe voluto vincere e che comunque affrontava da rookie. Resta ancora imbattuto il suo più grande record: è stato l’unico uomo al mondo a riuscire ad essere contemporaneamente campione del mondo di Formula 1 e di Formula IndyCar in quanto si laureò campione in questa categoria nel 1993 quando ancora il nuovo titolo di Formula 1 non era stato assegnato. Nel 1994 Mansell iniziò la stagione ancora in America ma a metà annata fu richiamato in Williams per correre alcune gare in sostituzione di Ayrton Senna, deceduto ad Imola. Pur a mezzo servizio l’inglese riuscì a tornare alla vittoria, nell’ultimo Gran Premio in Australia.
FORMULA 1 – Anno 1984, Gran Premio di Dallas
Il soprannome il “Leone”, Nigel Mansell lo conquista al Gran Premio di Dallas nel 1984 dove conquista la Pole e rimane in testa per 35 giri con la non brillantissima Lotus, che grazie al motore Renault riesce ad ottenere performance ottime in qualifica dove può utilizzare tutti i cavalli di cui dispone. Il gran premio da trionfo si trasforma in dramma quando l’inglese comincia ad accusare problemi al cambio e perde costantemente posizioni. La tragedia si conclude all’ultimo giro quando viene lasciato a piedi a pochi metri dal traguardo. Mansell, nonostante i 38° della giornata e le 2 ore di gara alle spalle, scende dalla vettura e comincia a spingerla per conquistare punti iridati, importantissimi per le sorti della sua scuderia… Cadrà stremato collassando sull’asfalto bollente ma si classificherà sesto, doppiato di 3 giri ma con un punto mondiale conquistato.
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