La Sicilia che non dimentica: Peppino Impastato

Anniversari siciliani: 9 maggio 1978. Chi fu Giuseppe Impastato detto Peppino? A Roccalumera, presso il Centro sociale Giovanni Paolo II, anni fa si svolgeva l’incontro-dibattito “Peppino Impastato, libertà d’informazione contro tutte le mafie”. Fra i relatori Giovanni Impastato, fratello di Peppino. In quell’occasione che potremmo definire storica, furono presenti in una gremitissima sala, fra i tanti anche l’allora primo cittadino Avv. Gianni Miasi, l’assessore Santisi e l’arch. Antonio Garufi. Era il 17 Maggio 2010.

Un appuntamento, seguiva di pochi giorni l’anniversario della morte di Peppino. In occasione di quell’anniversario, erano state consegnate all’associazione che porta il suo nome, le chiavi dell’appartamento del boss Tano Badalamenti, il quale abitava poco distante dalla casa del giovane militante di democrazia proletaria. Appunto “cento passi”.

Ci vollero 32 anni per compiere i famosi “cento passi” e il circolo Jonico di Sinistra Ecologia e Libertà ne manteneva vivo il ricordo, invitando tutta la cittadinanza a partecipare. Sempre presso il Centro sociale di Roccalumera, fu proiettato di un documentario informativo su Peppino Impastato, successivamente il dibattito alla presenza di Giovanni Impastato: un dibattito aperto a chiunque volesse esprimere le proprie idee, in libertà.

Fu accorato  e forte l’intervento di Giovanni, fratello di Peppino Impastato, il quale ricordò il sacrificio del fratello e l’impegno da lui prestato in tempi difficili, contro Don Tano Badalamenti, boss mafioso, che dalla sua radio (radio AUT), Peppino sbeffeggiava denominandolo “Tano seduto”.

Fu ancora il fratello di Peppino a ricordare l’importanza della legalità, della libertà di stampa, (che dal suo punto di vista in quegli anni era imbavagliata sia sulle reti Mediaset e che RAI), e del rispetto degli articoli della Costituzione italiana.

Cosa ricordiamo di Giuseppe Impastato detto Peppino? Fu un giornalista, conduttore radiofonico e attivista italiano, membro di Democrazia Proletaria e noto per le sue denunce contro le attività di Cosa nostra, a seguito delle quali fu assassinato a Cinisi il 9 maggio 1978. Grande fu l’impegno della “madre coraggio” Felicia, (figlia di agricoltori), costante e determinata al fine di far incriminare i responsabili della morte del figlio.

Alla vita di Peppino fu dedicato il film I cento passi, uscito nel 2000 con la regia di Marco Tullio Giordana, in tale fiction, Impastato è interpretato da Luigi Lo Cascio alla sua prima esperienza cinematografica. Il film è una ricostruzione della vita e attività di Peppino; i “cento passi” che separavano casa sua da quella di Tano Badalamenti.

[…] Il 5 marzo 2001 la Corte d’assise riconobbe Vito Palazzolo colpevole e lo condannò a trent’anni di reclusione. L’11 aprile 2002, a distanza di quasi 24 anni dal delitto, anche Gaetano Badalamenti venne riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo.

In questi anni, numerosissime sono state le iniziative dedicate a Peppino:

nella città di Torino un giardino pubblico gli è stato dedicato; l’8 maggio 1998, nel ventennale della sua scomparsa, l’Università degli Studi di Palermo gli ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia alla memoria; il 7 dicembre 2012, la casa di Peppino Impastato è stata riconosciuta bene culturale come “testimonianza della storia collettiva e per la sua valenza simbolica di esempio di civiltà e di lotta alla mafia”.