Savoca, Territorio
Savoca: Città millenaria
Savoca e la sua storia millenaria ed estremamente complessa. G. e B. Lagumina, pubblicarono “nel loro codice diplomatico dei giudei di Sicilia” documenti fondamentali riguardanti la presenza giudaica in Sicilia. Un importante documento del 20 agosto 1470, scritto in latino, riguarda l’esistenza di una sinagoga nella terra di Savoca.
Leonardo Sciascia, il famoso romanziere, fu ospite della cittadina di Savoca nell’ormai lontano 1962 e vi rimase per almeno una settimana, trovando ricovero all’interno del Convento dei frati Cappuccini, dove conosce il frate priore che lui descrive come “tozzo e sanguigno” (con il quale non instaura un gran rapporto).
“L’opera di Muscolino “Savoca un forziere pieno di meraviglie”, è una sorta di lente convergente puntata su una miriade di fatti, piccoli o di rilievo, in caso contrario destinati a perdersi o ad avere un utilizzo sporadico”. Questo leggiamo, frà l’altro nella prefazione del Prof. Giuseppe Cavarra. Ebbi modo di conoscere Cavarra (Poeta, Scrittore, fondatore di diversi Premi Letterari, per anni docente del Liceo Classico “La Farina” di Messina), e di seguirne i discorsi in vari convegni, un uomo la cui elevata cultura storica e la cui sensibilità certamente mancano e mancheranno al nostro territorio. Ci lasciò il 4 febbraio 2012.
“Sorpassata la piazzetta, lungo la via Matrice, incontriamo a sinistra un’antica costruzione, la casa dei Trischitta, il cui portale si conserva ancora in buone condizioni: in alto è scolpito in pietra di cimino lo stemma di famiglia, con un pino ancora intatto. A fianco, nello stesso edificio, si mostra una finestra bifora che, per quanto in pessime condizioni di conservazione, dimostra, non meno della prima, la preziosità della sua fattura.”
Dal libro di Santi Muscolino “Savoca un paese pieno di meraviglie” pubblicato nel maggio 1996
Gli antichi detti: Fanno parte della nostra storia, delle tradizioni (fra saggezza popolare, religione e superstizione). Il Museo Etno-antropologico di Savoca ne è pieno zeppo. Questi detti antichi, (grazie al sapiente e minuzioso lavoro di Lombardo), infatti affiancano quasi ognuno dei vecchi strumenti di lavoro e utensili di vario genere disposti al piano terra del museo suddetto. Al primo piano, invece, si possono trovare antichi abiti, documenti, stemmi dei casati e quant’altro appartenuti al cosiddetto ceto dei nobili.
SAGGEZZA POPOLARE: Santo Lombardo, studioso di Storia del proprio territorio, nonchè “innamorato” delle tradizioni della propria città natale, (Savoca, appunto), nella profonda convinzione che si può rinascere e si possono raggiungere anche grandi obbiettivi qualora lo si voglia veramente, da sempre ricerca, scova, raccoglie ovunque quelle testimonianze che permettono a noi presenti di rivivere un passato a volte recente fatto di grandi sacrifici della gente e di fame, a volte di ripercorrere invece le remote glorie di una città che dominava sulla stessa Messina.
ALCUNI ANTICHI DETTI POPOLARI: L’antichi ficiru i fatti e lassàru i ditti. Amaru cu non si fa l’affari soi cù la lanterna va circannu guai. U sangu da terra è l’acqua, u sangu dill’omu è u vinu. Dù mortu e dù fuiutu si nni parra ttri-gghiorna sulu. (Fuiutu: chi s’invola in amori contrastati, con una ragazza con la finalità di sposarla. Come per la morte si pettegolerà del caso non più di tre giorni). … Di Sant’Antoni la gran friddùra, di San Lurenzu la gran calura: l’una e l’autra pìcca dura. (Il freddo del 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio, e il caldo del 10 Agosto, giorno di San Lorenzo hanno durata effimera. Nel periodo in cui si festeggia Sant’Antonio, il sole arriva negli angoli “ntè gnùni” come ricorda il successivo proverbio e certi animali cominciano a svegliarsi dal letargo, infatti si dice pure: “Di Sant’Antoni ‘a lupa si ‘mmovi”).
Dal libro: “I detti dell’antico” di Santo Lombardo.
Eravamo nel già lontano 2010 quando, Santo Lombardo ed il suo Sindaco Antonino Bartolotta, credettero nella rinascita della città di Savoca. Se nell’ormai strafamoso articolo de “IL GIORNO” del Maggio ’62 si titolava (Ritratto di un paese che muore) “Attendono nel deserto la manna dei turisti”, in questi ultimi anni, i progressi si sono visti evidenti e numerosi. I turisti? Oggi, numerosi autobus, provenienti da ogni parte d’Europa e, senza esagerare del mondo, vengono a visitare Savoca. In verità, cercano più la Corleone de “Il Padrino”, ma non solo visitano, sostano e apprezzano le bontà culinarie, ma comprano casa e la restaurano per trascorrervi le proprie vacanze in diversi periodi dell’anno.
giovanni bonarrigo
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